Dagli Ostrogoti all’Esarcato

Luogo Impero romano

L’impero romano sopravvive soltanto nei territori orientali. La capitale dell’impero romano d’oriente è Costantinopoli, l’antica Bisanzio, da cui prende il nome l’impero bizantino. Nel 488 d.C. il governo bizantino convince il capo degli Ostrogoti Teodorico a dirigersi verso Occidente per conquistare l’Italia e governare in sua vece. Dopo la sconfitta di Odoacre nel 493 d.C. e la conquista di Ravenna, Teodorico diventa il re del regno degli Ostrogoti, che oltre ai territori italiani comprende la Dalmazia, l’Istria, il Norico (l’attuale Austria) e altri territori nel sud della Francia.

Il governo di Teodorico è esemplato sul modello della tradizione romana e in particolare Ravenna, capitale del Regno, beneficia di questa favorevole congiuntura, ma più in generale determina un periodo di equilibrio in tutto il regno.

Rappresentazione di Costantinopoli. Particolare da Moretus, Tabula itineraria, Anversa 1598. Riproduzione della tavola peutingeriana, copia medievale d’uno stradario romano del 4° d.C.

Teodorico fu un uomo di grandi qualità e altruismo, e governò per trent’anni. Durante il suo regno l’Italia per 35 anni ebbe buone fortune e i suoi successori ereditarono la pace. Tutto quello che fece fu buono. Governò due razze contemporaneamente, Romani e Goti, e nonostante fosse egli stesso ariano non attaccò la religione cattolica; organizzò giochi nel circo e nell’anfiteatro, tanto che dai Romani venne chiamato Traiano o Valentiniano, due imperatori da cui aveva tratto l’ispirazione; e dai Goti, a causa dell’editto in cui definì la legge, venne giudicato degno dei migliori re).
Anonimo Valesiano, II 59-60.

Dopo la morte di Teodorico l’intesa funzionale dell’impero bizantino costruita con i Goti gradualmente si allenta. La rottura di questo sodalizio porterà l’impero bizantino, dopo una lunga guerra con i Goti, a conquistare nel 555 d.C. una parte dei territori occidentali con Ravenna a capo della prefettura d’Italia. Il mediterraneo dopo le conquiste delle coste africane sembra tornato a essere il mare nostrum. Una breve parentesi temporale nella quale vengono portate a compimento alcune straordinarie opere architettoniche a Ravenna.

Ritratto di Giustiniano. Ravenna, san Vitale

Giustiniano riconduce l’Impero alle antiche frontiere ma l’occidente gli sfugge. Alla fine delle guerre con i Goti l’Italia è esausta e non può opporre alcuna resistenza all’invasione longobarda. Nel 568 i Longobardi varcano le Alpi  e scendono in Italia distruggendo in sette anni quanto era rimasto in piedi dopo le guerre con i Goti. L’esercito imperiale resiste a Ravenna e su una fascia litoranea che, attraverso paludi ed estuari, si estende da Concordia Sagittaria fino a Fano.

Questa striscia di penisola circondata da Longobardi è ciò che rimane sul suolo italiano dell’impero romano insieme ai lontani territori di Roma e Napoli. Per la difesa di questo lembo di territorio viene istituito l’Esarcato d’Italia nel 582 d.C. La sede di governo dell’esarca è a Ravenna. Ancora una volta la sua posizione e le sue infrastrutture, forse tra le poche ad essersi salvate, la rendono l’efficace punto di raccordo e di collegamento con l’impero bizantino.

Ma l’abbassamento di qualità in alcuni mosaici e opere d’arte della fine del 6° secolo avvisano dell’imminente declino anche per Ravenna, la città che aveva saputo essere la piccola ma efficace replica di Roma e Costantinopoli.

A sinistra particolare dell’imperatore trionfante a cavallo, dall’Avorio Barberini, dittico imperiale realizzato a Costantinopoli nella prima metà del 6° secolo. Parigi, Louvre

 

I “patrizi”
Esarcato

 

 
Sitografia
Bibliografia essenziale