L’impronta di Teodorico

Luogo Ravenna
Dimensioni 1,38 Km quadrati

Nel 6° secolo Ravenna è capitale del regno dei Goti con Teodorico e successivamente (dal 540 fino al 751) centro dell’amministrazione bizantina in Italia.

Medaglione aureo con l’effigie di Teodorico, caratterizzata dai baffi, secondo la moda dei Goti. Roma, palazzo Massimo

La città è ancora preziosa per varie ragioni: la sua posizione rimane strategica; i benefici apportati dalle infrastrutture realizzate nel secolo precedente sono ancora validi; è ancora attiva una tradizione militare navale di lungo corso e l’impianto della città, pensato per ruoli di grande importanza nel secolo precedente, viene consolidato con nuovo fervore costruttivo.

Ma in definitiva rimane sotto la dipendenza politica di Costantinopoli e nella soggezione all’ambiente culturale, letterario e filosofico dell’antica Roma (Carile 2006). Teodorico inquadra la propria opera edilizia nella tradizione politica romana del Principe, attraverso l’attività di restauro e di recupero.

È in quest’ottica che si procede, per esempio, al restauro dell’acquedotto realizzato al tempo dell’imperatore Traiano, e di altri monumenti ed edifici romani, come la basilica di Ercole. Un tratto caratteristico del secolo è la significativa espansione urbana nella zona nord orientale della città.

Si tratta di un settore urbano strategico sia per Teodorico che per i Bizantini. Nei pressi infatti si trova il porto di nord est il quale, attraverso le vie d’acqua fluviali, svolge una funzione determinante come collettore verso i territori della pianura padana e in generale verso  l’Italia settentrionale.

Andrea Palladio, disegno del mausoleo di Teodorico

Dalle fonti apprendiamo che i bacini d’acqua interni sono ormai in uno stato avanzato di interramento e questo ha ulteriormente stimolato lo sviluppo urbanistico nell’asse costituito dalla via Popilia e dal corso del Padenna – Fossa Augusta.

Se per Sidonio Apollinare nel 5° secolo Ravenna è una città duplice, nel 6° secolo Giordane (Getica, 151) la descrive come una città tripartita, ossia composta da Ravenna, dal sobborgo di Cesarea e da Classe. Gli edifici di culto al servizio della comunità locale  aumentano in un prodigio costruttivo che ne attesta la vitalità. In particolare l’evoluzione in senso urbano di Classe è compiuta, tanto da essere appellata Civitas Classis nel celeberrimo mosaico in Sant’Apollinare Nuovo.

 

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