Fonti antiche sul 5° secolo

Luogo Ravenna
455
Prospero di Aquitania

Bruciò Ravenna (Ravenna arsit)
Aggiunte di Copenhagen
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 467
Sidonio Apollinare

Mentre i rematori veneti lasciavano il posto a quelli emiliani, nella città di Brescello entrammo appena per uscirne subito, dirigendoci poco dopo verso Ravenna e dirottando a destra: in questa località non sapresti dire se la via di Cesare, che l’attraversa, congiunga o separi la città vecchia e il porto nuovo.
Inoltre un ramo del Po attraversa questa città doppia, mentre all’esterno la bagna un altro ramo di quel fiume che, deviato dall’alveo principale mediante dighe pubbliche e per mezzo di queste immesso in rami derivati, divide le sue acque in modo che offrano difesa alle mura circondandole e, penetrando in città, procurino facilità di commercio.
Qui, come tutto ciò che sta bene in un mercato, così in particolare venivano trasportati generi alimentari; senonché, siccome da una parte si spingeva sino alle porte l’acqua salata del mare e dall’altra, essendo agitata dalle barche la cloacale poltiglia dei fossati, lo stesso lento defluire dell’acqua ristagnante veniva insudiciato dalla melma del fondo tormentato dai pali usati dalle imbarcazioni, pur trovandoci in mezzo all’acqua avevamo sete perché non c’era da nessuna parte acqua sana di acquedotto o una cisterna che si potesse depurare o una sorgente irrigua o un pozzo d’acqua non fangosa.
Epistole, I, 5, 5-6

In quella palude, con rovesciamento continuo di tutte le leggi di natura, i muri cadono e le acque stanno ferme, navigano le torri e le navi non si muovono, i malati passeggiano e stanno a letto i medici, i bagni sono freddi e nelle case si crepa di caldo, i vivi patiscono la sete e i sepolti nuotano nell’acqua, vegliano i ladri e dormono le autorità, i chierici praticano l’usura e cantano i salmi i Siri, i mercanti fanno i soldati e i monaci fanno i mercanti, i vecchi giocano a palla e i giovani ai dadi, portano le armi gli eunuchi e i soldati federati fanno i letterati. Guarda un po’ che razza di città è quella dove tu hai casa, una città che più facilmente ha potuto avere un territorio che un terreno!
Epistole, I, 8, 2-3
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467
Conte Marcellino (6° secolo)

Un terremoto spaventò la città di Ravenna. (Ravennam civitatem terrae motus deterruit)
Cronaca
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488
Bruciò il ponte Apollinare, la notte di pasqua, il 17 aprile.
Fasti viennesi
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490
Procopio di Cesarea

Ravenna è assediata per tre anni da Teodorico: (quando ormai i Goti e Teoderico avevano consumato ormai tre anni nell’assedio di Ravenna..).
Storia delle guerre, V, 1, 14-24 .

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Sitografia
 
Bibliografia