La lunga epoca del ristagno

Luogo Ravenna

Il 3° secolo è considerato un periodo critico dal punto di vista politico ed economico, che ha generato momenti di involuzione profondi e forti cambiamenti. Molte energie vengono spese per difendere i confini dell’impero dalle invasioni dei popoli limitrofi e di conseguenza il potere si concentra, in rapida successione, nelle mani di imperatori militari.
Questi fattori causano una prolungata anarchia militare, legata a devastanti invasioni di popolazioni barbariche (Iutungi, Germani, Alemanni, Goti) che si verificano soprattutto nella seconda metà del secolo.

Battaglia tra Romani e Goti, probabilmente, riconoscibili per i capelli lunghi e le barbe fluenti. Sprona i soldati romani un condottiero a cavallo con una X sulla fronte, segno dell’iniziazione mitraica. Potrebbe rappresentare l’imperatore Erennio Etrusco. Sarcofago grande Ludovisi, del terzo secolo d.C. Roma, palazzo Altemps

Durante la riorganizzazione dell’impero voluta da Diocleziano, cioè il governo della Tetrarchia, Ravenna riesce a rimanere attiva grazie al suo porto e tramite la navigazione endolagunare garantisce il collegamento commerciale con Aquileia e le regioni settentrionali, come indica l’editto sui prezzi.

I quattro Tetrarchi. Gruppi statuari in porfido in origine a Costantinopoli, ma predati dai Veneziani e oggi in piazza san Marco. Si ritengono correlati alla prima Tetrarchia, e quindi datati tra il 293 e il 303.

La flotta è ancora al servizio imperiale anche se, secondo alcune fonti, una parte viene trasferita a Costantinopoli, la “nuova Roma” fondata da Costantino I nel 330. Certamente la crisi economica e politica crea difficoltà alla gestione militare del porto e dell’intero territorio ravennate.

Le fonti storiche trovano conferma delle distruzioni barbariche in numerose zone della regione, evidenti soprattutto nelle domus. Anche Ravenna vive una moderata tendenza alla trasformazione: sono documentati incendi, abbattimenti e distruzioni di edifici privati urbani: un incendio devasta la domus su cui venne poi eretto il palazzo imperiale già nella seconda metà del 2° secolo; mentre risale all’inizio del 4° secolo l’abbandono della domus d’età augustea addossata alle mura repubblicane.

Talvolta però gli edifici non risultano distrutti, ma risistemati sui precedenti, con attitudine al conservatorismo, come dimostrano le domus di via D’Azeglio (area archeologica della Domus dei Tappeti di Pietra). L’acquedotto e le fogne sono certamente fra i primi servizi a cadere in disuso, con conseguenze di forte degrado della vita urbana; anche le acque dei canali interni alla città risentono della perdita di costante controllo delle attività idriche. Bisognerà aspettare la fine del 4° secolo perché Ravenna, divenuta capitale, abbia un nuovo aureo sviluppo.

 

Approfondimenti
Informazioni generali

 

 
Sitografia
 
Bibliografia essenziale
  • V. Manzelli, Ravenna, Roma 2000.
  • M. Mauro, a cura di, Ravenna Romana, Ravenna 2001.